C.U.I.
Centro
Ufologico Internazionale
di Antonello LUPINO
Il
fenomeno ufologico, strano ed accattivante nel suo genere, desta molta curiosità
nelle persone, appassionate e non. In altre può creare crisi mistiche o
mistificanti, fino al punto di indurre le persone che si trovano davanti ad un
fenomeno che può essere spiegato scientificamente, a pensare che si tratti del
solito ufo che viene a farci visita. E’ in quel frangente che molte di queste
persone, si rivolgono a noi ufologi, attendendosi una risposta quantomeno
positiva sulla loro esperienza. Forse si aspetteranno che avalliamo queste
“crisi mistiche” dando loro la speranza
e la gioia di essere stati scelti da chissà quale civiltà aliena per essere
loro portavoce terreno.
Purtroppo,
vi debbo francamente dire che così non è, in quanto, senza nulla togliere a chi
si presenta a noi, dopo queste esperienze, valutiamo il caso che ci viene
proposto scomponendolo fino a che non si ha una chiara visone dell’insieme.
Dopo aver proceduto per gradi, cerchiamo di trovare tutte le spiegazioni
logiche per il fenomeno, e quando
queste non bastano più, cerchiamo di trovare nuovi sistemi di indagine che
siano quanto più attendibili nella maggioranza dei casi. E’ per questo che
talvolta acquisiamo anche metodologie che altri scienziati hanno messo a punto,
ma non per questo le loro tecniche risultano meno efficaci, anzi!
E’
questo il caso dell’Auditing, una tecnica la cui procedura ricorda lontanamente
l’ipnosi regressiva, ma che si differenzia da essa per alcune diversità: la
prima è che il soggetto sottopostone non è ipnotizzato ma sveglio; la
seconda e che esso ricorda, al termine
della seduta ogni cosa detta; infine egli nel ricordare l’episodio o gli
episodi traumatizzanti, scarica il dolore che questi episodi recano nella loro
“traccia”. Questa tecnica si serve di termini che il suo creatore ha assoggettato al Copyright.
Durante
la conferenza dello scorso anno, a Ferrara ebbi modo di parlarne al pubblico
per la prima volta.
Fino
a qualche anno fa, si pensava, sbagliando, che gli Stati Uniti d’America,
fossero l’unico Paese al mondo ad avere problemi di rapimenti di esseri umani
da parte di visitatori “alieni”. Questo sbaglio era indotto anche dal fatto
che, mentre in America, qualcuno di questi rapiti, in un modo o nell’altro
aveva il coraggio di venire allo scoperto e raccontare le proprie esperienze (
vedi i coniugi HILL, STRIEBER, WALTON ed altri), in Europa ed in particolare
modo in Italia, chi aveva passato queste vicissitudini, se ne guardava bene dal
raccontarle a chiunque. Questo anche per paura di essere deriso pubblicamente,
talvolta venendo scambiato in qualche caso per pazzo.
L’improvvisa
apparizione anche in Italia, di alcuni presunti rapiti, di cui il primo
verificato fu se non sbaglio Valerio LONZI, ci colse un attimino in contropiede
rispetto ai ricercatori americani, i quali tramite i loro studi erano già
avanti a noi di qualche anno. Ci riprendemmo subito da questa “empasse”
momentanea e, tra apparizioni in tivù, programmi radiofonici e quanto altro
potesse fare pubblicità alla nostra causa, riuscimmo a sensibilizzare le
persone.
A
questo punto comincia il primo caso, che è stato riportato anche nelle pagine
della Rivista Ufo Contact dello scorso luglio. Brevemente vi dirò che
l’episodio narra di una ragazza di Ferrara che si rivolse a noi in seguito ad
un fatto accadutole all’età di 12 anni, quando abitava in un paesino in
provincia di Ferrara, mentre lei si trovava sola a casa ed i suoi lavoravano
nei campi. Era il suo compleanno e
verso le 17 circa lei stava apparecchiando la tavola per il rientro dei suoi.
A questo punto accadde qualcosa che attirò la sua
attenzione: una luce intensa e vivida si proiettava dall'interno della sua
camera da letto verso la cucina in cui lei si trovava. Naturalmente questo caso
è stato da noi trattato con l’Auditing, in quanto quando la ragazza, ormai
trentatreenne non riusciva a ricordare nient’altro che la luce bianca.
Riuscimmo a farle ricordare tutto ciò che segue:
ella vide uno di questi esseri che la invito, senza parola
alcuna, ad entrare verso la luce.
Accanto alla parete da cui proveniva la luce, vi erano
altri due, chiamiamoli “omini” che armeggiavano con uno strano congegno su cui
poi torneremo. La ragazza entrò nella luce ed improvvisamente si ritrovò in un
ambiente enorme con tanti di quegli omini che gli giravano intorno. Alla nostra
domanda: vedi qualcun altro intorno a te, ella rispose che notava da un lato
della enorme stanza, tre figure umane, un signore alto circa 2 metri con barba
e capelli rossi, il quale sembrava indossare una divisa militare, ed altri due
signori sempre dalle sembianze umane, scuri di carnagione, più bassi del primo
e con i volti identici.
Dopo questa fase, la nostra piccola che chiameremo
“Ginevra”, venne portata in un altro ambiente nel quale si trovava un ordigno
che ruotava su di una piattaforma circolare ed intorno al quale armeggiavano
altri d quegli “omini” che sembravano diretti nei lavori dal personaggio con i
capelli rossi di cui abbiamo parlato precedentemente. (RICOSTRUZIONE)
Gli episodi di “rapimento” di questa giovane, sono
continuati nel tempo, fino a quando lei si è rivolta al nostro Centro. Tuttavia
presso la propria abitazione si sono verificati sporadicamente degli episodi di
interferenze “aliene” con trasporto in ambienti a lei sconosciuti e problemi
con elettrodomestici, con presenza di strane luci all’interno dell’appartamento
ed in ultima con segni di bruciature sul corpo della ragazza, le quali
sparivano circa un’ora dopo.
2) Il secondo caso riguarda un
professionista veneto, il quale dopo aver saputo da alcuni colleghi di lavoro, che il nostro Centro si
interessava di questi fenomeni “strani”, decise di contattare il Prof. Di
Gennaro e l’Usac, affinchè potessimo
dargli una spiegazione su un episodio accadutogli nell’adolescenza, all’età di 12 anni circa.
Egli
ci raccontò che in quel periodo a cui si riferiva l’episodio, era molto
ammalato ed aveva una brutta broncopolmonite. In quegli anni (1965 circa), le
broncopolmoniti erano molto pericolose e talvolta, se curate male portavano al
decesso. Mi disse che mentre i genitori discutevano nella sala da pranzo se
portarlo all’Ospedale od attendere la mattina seguente, egli si trovava nella
sua camera da letto con la febbre. Il padre entrò nella sua stanza per
controllarlo e spense la luce, era circa mezzanotte.
Dopo un po’ di tempo (egli non dormiva), la
stanza si illuminò e si trovò davanti al suo letto due sagome con camici verdi
e mascherine asettiche.
Questi dottori dissero al ragazzino :”Tu sei
molto ammalato, sicuramente non arriverai a domani. Tuttavia se tu vuoi
salvarti ci devi autorizzare a farlo. Dovrai essere disposto a darci dieci anni
della tua vita però. Cosa vuoi fare?
Voi che cosa avreste fatto al posto di un
ragazzino che sa che può morire e quello è l’unico modo per essere salvato? Vi
dico cosa fece lui: accettò.
L’indomani si risveglia senza più la
broncopolmonite e senza più la febbre. Strano vero?
Dopo diversi
anni, il nostro ragazzino, che nel frattempo è diventato uomo e docente alle
scuole superiori, nota sulla sua schiena, all’altezza dei reni, una strana
cicatrice, da un rene all’altro. (foto)
Se fosse stato sottoposto ad un intervento
chirurgico, non ci sarebbe niente di anormale, ma egli non è mai stato operato
in quella zona del corpo e da indagini effettuate presso i nosocomi locali non
ci è risultato niente di simile. Perciò la domanda era: se non ci sono state
operazioni conosciute su quella zona corporea, che cosa è accaduto? Egli era
talmente curioso di sapere cosa gli era accaduto quella notte, che accettò
volentieri di sottoporsi ad una tecnica non ipnotica da noi praticata che agiva
sui processi del ricordo, chiamata Auditing.-
Questa tecnica, efficacissima e naturale al
100%, si dimostrò utile anche nel suo caso. Dopo le domande preliminari alla
tecnica, egli ritornò all’episodio in cui si trovava a letto ammalato. Egli
descrisse i “dottori” che lo portarono in una sala come questa. Lo esaminarono
con strane apparecchiature e lo adagiarono su uno strano letto, freddo e
somigliante al legno. (ricostruzione)
Questo letto era formato da due parti
sovrapposte, le quali scorrevano una sull’altra in tutte le direzioni come
potete vedere. Ad una certa altezza del
tavolo vi era una feritoia orizzontale dalla quale sembrava fuoriuscissero
sulla sua schiena, degli “arnesi” che
lo pizzicavano. Sul soffitto egli vedeva degli strani tubi un po’ dappertutto,
come delle prese d’aria. La stanza aveva altri quattro letti come quello ed
ogni letto sembrava collegato ad un monitor sulla parete. Dietro la sua testa
vi era una porta arcuata,
con un finestrino rettangolare più un su della metà, una ruota tipo un volante
ed una leva (come le porte stagne di un sommergibile - ricostruzione)
Vi chiederete come faccia a vedere tutte
queste cose, se lui si trova adagiato su di un lettino operatorio; ebbene, egli
durante questa fase, molto traumatica, ha avuto una OBE, o meglio una
esperienza Extra corporea, nella quale ha visto tutto ciò che accadeva nel suo
spazio.
Non si è limitato solo a questo, egli ricorda
che sotto questa forma, ha seguito i “dottori” lungo un corridoio con la volta
piegata e con delle finestrelle rettangolari e luminose all’altezza degli
occhi. Il corridoio ha poi portato i dottori in una stanza dove si sono tolti
le mascherine e l’equipaggiamento precedente. (ecco come si mostravano i
"dottori")
La stanza era molto grande ed al suo centro
vi era una specie di tavolo quadrato, senza gambe che partiva dal pavimento, ai
lati della stanza vi erano due sedili sui quali erano seduti due di questi
esseri, uno sembrava intento ad armeggiare su questo monitori con alcune
scritte in rilievo, una luce gialla lampeggiante ed altre scure che si
muovevano lungo alcune linee verticali blu. L’altro dei due sembrava stesse
pilotando qualcosa, visto che aveva una leva in una mano e con l’altra spingeva
degli strani pulsanti. Avevano quattro dita!
Questa era la prima parte della storia di
quest’altra persona. Le sedute e le
indagini continuano ancora, in quanto vi sono ulteriori elementi da aggiungere
a quelli che già abbiamo per formulare dei giudizi in merito.
3) 3) Infine, per non annoiarvi ulteriormente, abbiamo il terzo
caso, quello di un giovane, abitante ai confini tra le province di Rovigo e di
Ferrara, il quale circa 5 o 6 anni fa, nelle vicinanze della propria
abitazione, unitamente ad alcuni familiari, ha vissuto l’esperienza che vi sto
per narrare. Il giovane racconta di una giornata tra maggio e giugno, verso le
18/19, in cui egli si trovava all’esterno
della propria casa insieme ai suoi familiari. Ad un certo punto, nota che nel
cielo, proveniente da nord verso sud, in direzione Bologna, si avvicina una
luce molto intensa che diventa sempre più grande. Egli dice che la osserva
sparire sopra la sua casa, e tutto finisce lì, per il momento!
Diverso
tempo dopo, comincia ad avere incubi notturni, collegati a quell’avvistamento,
del tipo: vede un oggetto atterrare nel suo giardino, escono degli esseri che
vogliono portarlo via ecc.-
Considerando
che si potrebbe trattare di suggestione dovuta ad un evento catalogato dal
proprio subconscio, come traumatico, la domanda è: “come mai dopo circa tre
anni questa persona accusa dei disturbi dovuti a quell’evento?”. La risposta in
quel momento non c’era, ma era nostra intenzione scavare nella vita del
soggetto, quel tanto che ci bastava per tracciare un profilo dell’interessato.
Le nostre conclusioni furono che, egli godeva di ottima salute(se si eccettua
quegli incubi), aveva una vita regolare(sposato con un figlio), godeva di una
ottima reputazione in paese, il suo racconto era quindi attendibile. Ma gli
incubi?
Decidemmo
di proporgli una seduta di Auditing, che lui già conosceva. Accettò e quindi
iniziammo la seduta. Da un primo istante in cui egli non ricordava niente dell’episodio, a
mano a mano che la seduta andava avanti, il mosaico del suo racconto assumeva
una forma ben definita.
Cominciò
a ricordare che l’oggetto in questione, stazionò sopra di lui e dei suoi
familiari ad un’altezza di circa 500 metri, ci fece notare che sia lui che i
suoi familiari erano come immobili, in quanto interessati da una specie di luce
proveniente dall’oggetto (ricostruzione sotto). Ma come mai riusciva a
ricordare così bene questi particolari?
C’è
una costante in tutte le persone interessate da incontri ravvicinati del 4° e
5° Tipo: subito dopo l’episodio, tutti, nessuno escluso, ha delle esperienze
extra corporee, è infatti sulla base di queste esperienze che noi attingiamo ai
nostri dati, che fino a questo momento si sono rivelati esatti al 100%. Perciò
il nostro giovane viveva in quel momento una esperienza extra corporea, che lo
portava a scoprire cose per lui nuove, infatti, ad un certo punto dice: “E’
strano, mi sto osservando di spalle” oppure: “sembra che abbia uno zoom al
posto degli occhi, basta che guardi in una direzione e subito mi avvicino al
punto che voglio osservare”.
Usando
proprio questa sua curiosità, ci siamo fatti descrivere nei minimi
particolari l’oggetto, che lui descrive
così: “E’ rotondo, schiacciato sopra e sotto, al centro c’è un incavo che
percorre tutta la sua circonferenza, dentro questo incavo vi sono delle luci di
vari colori, ma non sembrano delle comuni lampadine, piuttosto sembrano delle
fiamme come la fiamma ossidrica. Nella parte superiore vi è un simbolo. Non mi
dilungo oltre, ma vi posso assicurare che questi tre episodi, a prima vista
diversi, vissuti da persone che fra di loro non si conoscono, hanno molti
riferimenti in comune.
Ci
hanno permesso di stabilire la conformazione interna di questi oggetti, in
alcuni casi la locazione di presunte Basi di appoggio, i sistemi usati per
controllare i loro spostamenti, i mezzi da loro usati per cancellare dalla
memoria degli interessati, gli eventi vissuti ed inoltre, per ultimo, ma non per
questo meno importante, il sistema che essi usano per indurre i soggetti a
vedere ciò che queste “entità” vogliono fargli vedere e che tra breve Vi
spiegherò.
Partiamo
dalla luce che molti dei rapiti vedono prima che i loro ricordi svaniscano.
Questa
luce, presente in tutti gli episodi di “abduction”, è il risultato di una
concentrazione di fotoni ad alta
energia, prodotta da un meccanismo che agisce sulla materia facendola vibrare
molecolarmente e rendendola percorribile creando così una sorta di tunnel iperdimensionale.
E poiché questo tunnel avrà una origine ed anche una destinazione, la sua
uscita avrà determinate coordinate nello spazio e nel tempo. Per cui,
conoscendo la posizione spazio-temporale di una base o di una astronave di
appoggio, la persona viene “teletrasportata” in un altro ambiente.
Ma come fa una persona a non ricordarsi niente di questi incontri?
Abbiamo
poi le prove, come mostra un documento della IBM Electronics -Settore Sicurezza,che
attualmente ha in produzione dei microchip della grandezza di un chicco di riso
(come questo!),
i quali, se impiantati in una determinata
zona della corteccia cerebrale, attivano o disattivano determinate capacità o
sensazioni.
Queste
attività, vengono stimolate da questi “impianti” per mezzo di impulsi nella
gamma di frequenza “Extremly Low Frequency” o onde ELF. Questi impulsi, se
modulati a determinate frequenze, agiscono in vari modi; uno di questi è per esempio
il non ricordare niente dell’esperienza, comune a tutti gli “addotti”, ma non è
l’unico.
Andando
avanti, ci chiediamo come mai i rapiti vedano a volte alieni dalle fattezze
mostruose, altre volte esseri umani dall’aspetto angelico. Questo è possibile,
in quanto come detto prima, si può agire sulla capacità visiva dei soggetti,
distorcendo a piacere l’immagine reale. Mi spiego: è come se tra i nostri
occhi, che sono il nostro strumento visivo e quella particolare area del nostro
cervello, deputata alla decodifica delle immagini, si frapponesse un
dispositivo capace di farmi vedere una immagine diversa da quella che sto
realmente osservando.
Questo,
oltre a motivi di sicurezza per “loro”, può essere imputabile anche ad una specie di accorgimento
utile al fine di evitare danni
irreversibili alla psiche dei soggetti, il cui
equilibrio psicofisico così esposto ad un confronto diretto con una
realtà sconosciuta, reagirebbe per l’appunto causandosi danni irreversibili al
cervello, come la pazzia od altro.
Tutto
questo per farvi capire che il fenomeno dei rapimenti è sempre al massimo
livello di attenzione da parte nostra ed è un fenomeno che interessa tutto il
pianeta e non solo gli Usa, come si credeva in un primo momento. In Italia
abbiamo il nostro “scacchiere rapimenti” che interessa alcune zone piuttosto
che altre, come potete vedere in questi grafici.